di Nikolas Cremonini – “Per certi versi ragionavamo meglio nel Medioevo”. Le parole, ricche di preoccupazione, giungono da uno dei titolari di Euroacqua, Flavio Ferloni, una ditta che dal 1994 si occupa di fornire alle persone acqua di qualità, chiara e pulita per il benessere e la salute della famiglia. Un grido di allarme che coinvolge tutta la provincia di Como, e volendo essere precisi sconfina oltre inglobando tutto il panorama nazionale.
Siccome ci occupiamo di Como e della sua provincia, abbiamo chiesto a Ferloni, la reale situazione delle nostre acque, per capire quale futuro possa attenderci prossimamente. La risposta non è tardata ad arrivare e, come prevedibile, di positivo c’è davvero poco.
Flavio Ferloni ci può presentare la situazione delle acque che quotidianamente utilizziamo, quelle di rete per intenderci?
“La situazione nella provincia di Como non è diversa a quella presente nel Varesotto o in altre aree lombarde. Voglio subito precisare che spesso la nosta acqua di rete è spesso migliore di quella che noi compriamo nei supermercati. Sono davvero poche le acque in bottiglia buone e davvero controllate. La maggioranza di esse hanno residui maggiori rispetto a quella che esce dai nostri rubinetti”.
Incredibile tutto questo:
“Una volta, nel Medioevo, ci si ingegnava per andare a raccogliere l’acqua all’esterno, oggi più o meno si fa lo stesso facendo la corsa ai supermercati con la differenza che oggi si paga mentre un tempo no. Sotto un certo aspetto abbiamo compiuto passi indietro rispetto a quell’epoca. E’ un concetto psicologico, la gente crede che l’acqua in bottiglia sia migliore ma è un’idea quasi sempre sbagliata”.
Con questo vuole precisare che l’acqua di rete nel comasco sia buona?
“Abbiamo notevoli problemi, precisiamo che per aver un’acqua che sia realmente buona servirebbero enormi lavori di manutenzione e di sostituzione al momento inimmaginabili. Parlo delle tubature, a livello nazionale abbiamo sprechi d’acqua incredibile a causa del mal funzionamento delle tubature. Pensiamo alle nostre case vecchie di 60 anni, riflettiamo sull’odore del cloro che fuoriesce, nonostante l’acqua di rete sia molto più controllata di quella in bottiglia, esistono tanti problemi che influenzano sul suo reale stato di salute”.
Non si può fare proprio nulla per limitare il problema?
“Si dovrebbe fare tanto ma siamo carenti di mezzi. Pensiamo solamente agli aerei in cielo, un tempo ne contavi pochi, oggi conosci le rotte. I ghiacciai sono inquinati, le pioggie acide e tutto l’inquinamento adoperato finisce nelle falde acquifere. Penso ai casi di Lomazzo, ma ve ne sono diversi, purtroppo l’acqua è una risorsa troppo importante per essere sottovalutata e purtroppo a mio parere i governi non stanno dando il giusto risalto a quello che già viene definito oro blu. I ghiacciai per vari motivi sono sempre di meno, tutti sanno che si stanno assottigliando, le riserve d’acqua diminuiscono e in compenso l’inquinamento aumenta, andando avanti di questo passo non oso immaginare il futuro. Un tempo quando pioveva le persone evitavano di lavare la propria auto, oggi è il contrario, l’acqua che scende dal cielo sporca il mezzo. Un tempo la neve veniva mangiata, oggi è impossibile solo pensarlo. Non si può andare avanti, pensiamo ai nostri figli”.
Avete qualche idea in merito?
“Noi come Euroacqua, stiamo tenendo dei corsi per bambini delle scuole, è un lavoro che parte da lontano ma che tende a sensibilizzare i giovani e capire che saper usare bene l’acqua è fondamentale. L’obiettivo numero uno è ridurre gli inquinanti e tornare a utilizzare la nostra cara acqua di rete. Se vogliamo regalare un domani ai nostri figli dobbiamo partire dalle basi”.